Upskilling e reskilling: di cosa si tratta?

I termini upskilling e reskilling sono neologismi inglesi in uso da qualche anno anche nel nostro vocabolario: il significato è l'esigenza di rinnovare e migliorare le proprie competenze e conoscenze per affrontare le sfide di un mondo del lavoro in continua evoluzione.
12/10/2022

La parola “upskilling” è un termine inglese che il nostro vocabolario ha recentemente acquisito: in pratica, quando si parla di upskilling, il significato è quello di migliorare le proprie competenze e conoscenze al fine di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, che cambiano continuamente e sempre più velocemente.

Da necessità dapprima evidenziata da esperti e imprenditori lungimiranti, sembra ora che l’upskilling, ovvero l’implementazione delle skills, sia diventata una vera e propria emergenza

LinkedIn ha confrontato le competenze ritenute importanti dai suoi membri per alcune professioni nel 2015 e nel 2021: il risultato è che, in meno di 6 anni, un quarto di queste skills sono già cambiate e che, da qui al 2025, anche a causa dell’accelerazione nella digitalizzazione dovuta alla pandemia, fra il 39 e il 44% delle competenze considerate oggi indispensabili potrebbe già risultare obsoleta.

Del tema si è parlato anche nel corso dell’ultimo World Economic Forum di Davos, che ha offerto una valutazione dell’impatto economico dell’upskilling: investire nel miglioramento delle skills delle persone potrebbe portare a un aumento di produttività dell’economia globale pari a 8,3 bilioni di dollari.


Upskilling e reskilling: significato e differenza


Abbiamo compreso come l’upskilling sia un processo indispensabile per trarre soddisfazione dal proprio lavoro, e soprattutto per migliorare professionalmente. Allo stesso modo, è importante considerare che upskilling e reskilling rappresentano un percorso praticamente obbligato. Ma cosa è il reskilling, o meglio, il reskilling delle competenze?

Se l’upskilling consiste essenzialmente nel migliorare e approfondire quelle competenze che sono state acquisite nel corso del tempo, per quanto riguarda invece il reskilling, il significato è quello di ampliarle, ovvero di acquisire ulteriori competenze che consentano a un lavoratore di svolgere mansioni anche differenti dal consueto.

In sostanza, la differenza tra reskilling e upskilling sta sia nel tipo competenze che si ha intenzione di acquisire che nella relativa posizione professionale. In presenza di lavoratori le cui competenze siano ormai obsolete, dovrebbe essere l’azienda stessa ad indirizzarli verso un percorso di reskilling e upskilling che consenta loro di ottenere nuove opportunità.

Grazie ai percorsi di ricollocamento, l’azienda può trarre vantaggio nel riqualificare i lavoratori e supportarli nell’acquisizione di nuove competenze.


La sfida della competenza


Sono molte le interpretazioni di questo tema arrivate dagli esperti riuniti in Svizzera, a partire dai 50 CEO, 25 ministri e 350 organizzazioni di vario genere, che un paio di anni fa hanno scelto di riunirsi in occasione della "The Reskilling Revolution Initiative", il cui obiettivo è proprio di fornire a 1 miliardo di persone in tutto il mondo una migliore educazione di base e, di conseguenza, migliori skills e opportunità economiche.

L’esperienza di Singapore, che ha iniziato una ventina di anni fa a occuparsi del tema, insegna che non ci si può aspettare che le nuove competenze arrivino dalle scuole, ma che sono necessari percorsi utili a coinvolgere persone già attive nel mondo del lavoro.

A maggior ragione in questo periodo: se le skills, soprattutto tecnologiche e digitali, risultano introvabili per le aziende, l’alternativa percorribile è quella di reperirle al proprio interno con percorsi di formazione ad hoc, che, come confermano numerose ricerche, hanno anche il pregio di migliorare il legame e l’engagement del collaboratore nei confronti dell’azienda.


Skills vs Titoli di studio


Un altro fenomeno a cui si sta assistendo è un certo ridimensionamento dell’importanza del titolo di studio e dei percorsi formali di educazione.

Semplificando: se non posso trovare un ingegnere, forse posso sostituirlo con chi possiede skills simili, per quanto non maturate in un contesto formale. La disponibilità delle piattaforme di online education come Coursera, che propongono corsi pensati per creare le skill più richieste, permette infatti anche a persone che non sono uscite dal percorso universitario di acquisire le competenze richieste, allargando per le aziende la platea di possibili candidati.

Organizzazioni, lavoratori e politica dovrebbero quindi formare un’alleanza virtuosa per migliorare le possibilità formative a disposizione, in un percorso che avrebbe ripercussioni positive per tutti. Con un ultimo monito: le sfide tecnologiche, ma soprattutto quelle organizzative, richiedono un upskilling anche per i manager, se si vuole che gli effetti siano virtuosi per il sistema nel suo complesso.