Occupazione femminile in Italia: trend e dati 2023

L’occupazione femminile in Italia, tra il primo e il secondo trimestre 2023, è effettivamente cresciuta, e sta mostrando un incremento ininterrotto dal 2021. Tuttavia, per quanto il trend sia abbastanza positivo, il tasso di occupazione femminile nel nostro paese rimane ancora al di sotto della media europea.
12/10/2022

I dati sull’occupazione femminile in Italia, mostrano che tra il primo e il secondo trimestre del 2023, riguardo alle donne tra i 15 e i 64 anni, c’è stata una crescita dell’1,2%. Rilevata dall’Istat, la crescita dell’occupazione femminile nel nostro paese è senza dubbio un dato positivo, considerando soprattutto le difficoltà che le donne hanno affrontato nel periodo della Pandemia. Ma è altrettanto importante tenere presente che la presenza femminile nel mondo del lavoro in Italia resta sempre più bassa rispetto al resto dell’Europa, distanziandosi addirittura del 13,8% (contro il 12,7% del 2019).


Dati Istat sull’occupazione femminile: la situazione post Covid

Purtroppo, in base ai dati Istat sull’occupazione femminile 2022/2023 in Italia, gli effetti dovuti alla Pandemia da Covid-19 si sono fatti sentire anche in tale ambito, allargando ulteriormente il divario tra la percentuale di occupazione di uomini e donne, che dal 17,5% è salita ad oltre il 18%. La ragione è legata principalmente alla crisi del terziario, il settore che in Italia è stato maggiormente colpito dall’emergenza sanitaria, e che si avvale prevalentemente di lavoro femminile.

Anche la successiva ripresa, avvenuta a metà del 2021, ha interessato in prevalenza i settori dell’edilizia e dell’informazione/comunicazione, dove la presenza di uomini è nettamente superiore. 

Se dunque il crollo dell’occupazione dovuto al Covid è stato progressivamente riassorbito, rimane il fatto che la presenza delle donne nel mercato del lavoro italiano è troppo bassa e penalizza il risultato in termini di PIL. Una stima realizzata alcuni anni fa da Banca d’Italia, per esempio, calcolava che arrivare al 60% di occupazione femminile avrebbe avuto come effetto parallelo una crescita del 7% del Pil nazionale.

 

Occupazione femminile: l’istruzione è importante

Non solo per quanto riguarda il mondo delle donne, ma in riferimento alle opportunità di occupazione e alla ricerca e selezione di personale, il livello di istruzione sembra fare la differenza. A metà del 2023, la percentuale di occupazione femminile sale di almeno due punti per chi possiede una laurea rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La differenza si riduce notevolmente fino a sparire per chi ha un diploma o semplicemente la licenza media. Questo significa che le laureate rientrano in un tasso di occupazione di oltre il doppio rispetto a chi non ha un titolo di studio.

 

Più figli, meno occupazione

Sempre da quanto rilevato attraverso i grafici per l’occupazione femminile, in Italia la situazione si lega particolarmente alla famiglia. Nel secondo trimestre del 2023, la percentuale di donne lavoratrici che vivono sole è di oltre l’81%, per poi ridursi a circa il 60% in presenza di figli. Anche in questo caso, la differenza riguarda soprattutto chi ha un titolo di studio basso: per le laureate, la percentuale di occupazione supera il 70% indipendentemente dalla presenza di una famiglia o meno.

 

Una visione generale dell'occupazione femminile

Volendo osservare il quadro dell’occupazione femminile in Italia da un punto di vista più ampio, si nota che la percentuale di occupazione tra le donne di 25-50 anni è minima (23% circa) per le donne che vivono al Sud e non hanno titoli di studio, mentre arriva a raggiungere addirittura il 97% per le laureate che vivono al centro Italia e non hanno famiglia.

Anche la precarietà, vale a dire il lavoro a tempo determinato o sotto forma di collaborazione, risulta essere più accentuata per le donne (27% circa contro il 15% dei lavoratori uomini).

Una percentuale che comunque diminuisce tende sempre ad abbassarsi per le donne laureate. Questo significa che il livello di istruzione e il titolo di studio sono sempre fondamentali sia per entrare nel mercato del lavoro, sia per accedere ad opportunità interessanti.