Diversity management: di cosa si tratta?

Diversity management: cos’è e perché è importante? Per affrontare al meglio i temi legati a diversity e inclusion management, il gruppo Adecco ha creato TAGQ+, un network che si propone di favorire la diffusione di un’atmosfera inclusiva e solidale con la comunità LGBTQIA+.
13/10/2022

Per capire meglio l’importanza del diversity management nelle aziende italiane occorre considerare quello che gli esperti chiamano il “privilegio degli eterosessuali”: per chiunque si riconosca in questo tipo di orientamento sessuale è dato per scontato il fatto di poter portare con sé al lavoro anche una parte della propria vita privata, senza temere sanzioni o esclusioni.

La foto della moglie o del marito sulla scrivania, il partner che ti accompagna all’evento aziendale, la festa per la nascita di un figlio. È la cosiddetta normalità, e nessuno sente il bisogno di “misurare” l’accettazione della cultura aziendale rispetto alla propria vita affettiva.

Il progetto TAGQ+ del Gruppo Adecco

Lo stesso non vale però per le persone che si riconoscono nel mondo LGBTQIA+: per loro entrare in un ambiente di lavoro significa spesso dover lasciare fuori questa parte della propria identità, almeno fino a quando, con una serie di strategie, non si riesce a valutare il reale livello di accettazione e inclusione di un’azienda: un livello che, molte volte non corrisponde a quello ufficialmente dichiarato, magari limitandosi a una sponsorizzazione nel mese del Pride.

Attuare efficaci politiche di inclusione richiede un lavoro lungo e articolato, tra cui una formazione adeguata per la leadership in questo settore particolare. Il Gruppo Adecco lo ha fatto con la creazione di TAGQ+, un network che si propone di trasmettere il significato di diversity management, ad esempio, oltre a favorire la diffusione di un’atmosfera inclusiva e solidale con la comunità LGBTQIA+.

“Crediamo nei talenti, non nelle etichette”

È per raggiungere la mission contenuta in questa affermazione che è nato il network e le iniziative che a questo sono legate. A partire da Qzine+, una rivista online pensata proprio per favorire la crescita di un ambiente lavorativo autenticamente inclusivo.

Nel primo numero la rivista ha affrontato un tema molto dibattuto: nel momento in cui si decide di dare vita a un network aziendale per i colleghi LGBTQIA+, ha senso che sia aperto anche a chi non si riconosce in questo universo? In altre parole, che contributo possono dare gli eterosessuali se non hanno mai sperimentato cosa significa essere gay in ufficio? La risposta di TAGQ+ è che coinvolgere tutti i colleghi in questo dibattito è essenziale per promuovere una vera cultura inclusiva e rispettosa della diversità.

A ciascuno il suo ruolo

Together for Change. A Guide for Allies” è appunto il titolo scelto per il primo numero della rivista, che vuole essere proprio una guida pratica per gli “alleati”, le persone che decidono di impegnarsi in questa mission.

Ognuno può scegliere di farlo a un livello di coinvolgimento diverso: si va dalla semplice adesione al network e all’impegno a fare attenzione all’utilizzo del linguaggio e degli stereotipi di un alleato “minimal”, alla scelta di diventare testimonial del network e di prendere apertamente posizione contro le varie forma di discriminazione che caratterizzano un alleato “extensive”.

Fra gli strumenti di consapevolezza contenuti nella rivista c’è per esempio un interessante questionario che applica agli eterosessuali gli stereotipi solitamente utilizzati per i non eterosessuali, con domande del tipo “Cosa pensi abbia causato la tua eterosessualità?”, oppure “Pensi che possa essere una condizione temporanea?”. Oltre che fornire un solido motivo per cui dovrebbe essere necessario applicare il diversity management in azienda e abbracciare questo tipo di politiche inclusive: “Le nuove generazioni (la generazione Y e quelle successive) stanno sempre di più valutando i loro potenziali datori di lavoro in base ai loro precedenti in tema di diversità, corporate social responsability e alla loro etica.

Molti di loro considerano il diversity management un caso aziendale e vedono nell’inclusione delle persone LGBTQ l’autentica cartina di tornasole dei valori di un ambiente di lavoro, mettendo in discussione le aziende che sembrano promuovere la diversità ma in realtà continuano deliberatamente a escludere un gruppo ancora pesantemente stigmatizzato. Per molti di loro, essere parte del cambiamento è il modo per partecipare alla soluzione del problema”.

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