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SMARTWORKING, ECCO COME FUNZIONA NEL RESTO DEL MONDO
Articolo su Il Sole 24 Ore in merito allo studio sullo smartworking realizzato da Rödl & Partner in collaborazione con LHH.

Quanto e dove è diffuso lo smartworking nel mondo? Oppure come viene applicato? O ancora è possibile ridurre lo stipendio a un lavoratore perché è in smart working? E la Cina che cosa prevede per i lavoratori agili? In quale Paese per i dipendenti in smartworking sono previsti rimborsi e strumentazioni e in quali no? Dove è possibile per i dipendenti appellarsi al diritto alla disconnessione? Insomma, le domande sul lavoro agile sono decine e in aumento.

 

In Cina


Domande che con l’avvio di una nuova fase anche in Italia ha sempre più senso porsi. Dal 1 gennaio infatti il diritto all’accesso fino al 31 marzo resta solo per i lavoratori fragili. Per quanto la situazione è in costante evoluzione in queste ore: il ministero della Salute, visto l’incremento dei casi di Covid in Cina, ha diffuso una circolare in cui spiega «che nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa».

 

Lo studio


Intanto, per capire le scelte del resto del mondo uno studio realizzato da Rödl & Partner in collaborazione con LHH prova a mettere insieme una serie di risposte. In particolare, attraverso undici quesiti vengono messi a fuoco lo stato dell’arte, le principali similitudini e le differenze che sussistono nella pratica e nella normativa sullo smart working in 21 Paesi del mondo (oltre all’Italia, si tratta di Cina, Croazia, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, India, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Serbia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Uk e Stati Uniti). «Lo smart working - sottolinea l’avvocato Giovanni Zoja, partner di Rödl & Partner - è il più incredibile esperimento sociale su larga scala dell’epoca della globalizzazione e sta di fatto diventando il tema centrale per le organizzazioni, mettendo a nudo sensibilità ed esigenze diverse, implicazioni economiche e modelli culturali dominanti difficili da sradicare. Capire come questa rivoluzione sia stata realizzata nel mondo è un ottimo modo per capire il mondo di oggi e soprattutto di domani». E allora scopriamo che alla domanda su quale sia la fonte normativa in Cina la risposta è che non vi sono regole specifiche sul lavoro a distanza, quantomeno a livello statale. In Croazia, invece, le leggi di riferimento sono tre: la prima risale al 2014, la seconda al 2017, l’ultima al 2019.

 

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